giovedì 29 settembre 2011

Scimmi-A-Thon VII, ovvero: L'Alba del Pianeta delle Scimmie

Ci siamo.
La conclusione dell'intero ciclo. L'ultima sfida. La prova di coraggio. Il boss di fine livello.
Angoscia! Terrore! Atrocità! Supplizio! Cali di zucchero! 
L'Alba del Pianeta delle Scimmie.
Da mesi avevo imparato a temerlo. Mi sono diretto verso la sala 1 come un condannato si avvia al patibolo. Avevo anche lasciato una lettera sul comodino, non si sa mai.
E invece mi è piaciuto.
Ora lo so che passo per pirla. Ed è giusto così. La storia del parlare troppo presto, libri, copertine e così via. Sei lì che quasi ci speri, che scada. "Dai, dai, questi 40 minuti non erano poi così male, ma adesso peggiora, me lo sento", ti dici. E invece nulla. Dritti fino ai titoli di coda. A conti fatti il film regge, è ben costruito e soprattutto si para il culo su degli aspetti su cui ero pronto a puntare il dito.
Premetto che cercherò di fare meno spoiler possibile. Giuro che mi impegno. No, non è vero un cazzo. Probabilmente parlerò a ruota libera. Quindi se ancora non l'avete visto e ci tenete a non rovinarvi le cose, potete anche fermarvi qui. Non è che poi ci siano a finali a sorpresa o che, le cose lo sappiamo come andranno. Ma comunque.

La storia (ri)racconta la prima rivolta contro l'uomo da parte dei primati. I quali sono guidati da Cesare, questa volta scimmia e basta. Ma scimmia ben più intelligente del normale, visto che nei suoi geni sono finiti residui di una cura sperimentale per l'alzheimer in grado di potenziare le cellule cerebrali. Abbastanza da farti capire che l'uomo non è poi così in gamba e che magari bisogna cambiare un po' le cose, tipo abbassare le tasse.

Le pecche ci sono, ma parliamo di roba passabile. Incongruenze, e vabbe'. Le scimmie rinchiuse nel centro di detenzione saranno una trentina, ma quando evadono sembrano essere più di cento. Il fatto che solo in poche sono state esposte al trattamento per lo sviluppo dell'intelligenza e invece poi l'intero esercito sembra composto da finalisti per il torneo nazionale di scacchi. I dialoghi con un orango in cui si parla per gesti sottotitolati. James Franco, che a me più che ricordare uno con cui andavo al liceo, continua a dire poco.
E soprattutto, la grafica CGI con cui sono state fatte le scimmie. Ecco, questa forse è l'unica pecca vera, che senti pesare. Scimmie fatte con il culo che forse erano meglio i mascheroni, mi sa.
Ma chiusa la metà palpebra su questo, per il resto non c'è molto da ridire.
Ok, si, non è il filmone dell'anno, ma i 4 euro te li ripaga. Eddai, che ogni tanto il film pop corn ci sta, tra il Truffaut e il Jarmusch.
C'è una buona presenza di scene gasanti. Le musiche coinvolgono. La sceneggiatura, tolti quei due momenti famiglia, non è troppo forzata. Insomma, quadro complessivo soddisfacente.
Ma sono due i motivi principali per cui, personalmente, il film prende punti.

Il primo sono i rimandi alla vecchia saga. Credevo che guardarmi l'intero ciclo prima di avventurarmi in sala mi avrebbe dato più spunti per attaccare briga e invece mi ha fatto notare una serie di richiami. La prima sequenza è una caccia  agli scimpanzé con reti e trappole nella giungla che ammicca alla prima apparizione delle scimmie nel classico. Cesare è un orfano sopravvissuto. Il soprannome occhi luminosi. Il nome di una delle scimmie. La prima parola pronunciata. La scimmia a cavallo. Il modellino della Statua della Libertà. E una navicella dispera nello spazio, chissà che non arrivi il sequel. Che poi sarebbe un remake del primo capitolo. Ma in realtà un reboot della saga. Un sequel del prequel. Un seprequelboot. Boh.

Il secondo motivo è che il film si prende il tempo che ci vuole. Niente affrettamenti forzati. Il gap di una evoluzione lunga secoli colmato da una medicina per l'arteriosclerosi è ragionevole. Quelle poche volte in cui la scimmia si decide a parlare lo fa attraverso suoni gutturali. I suoi primi tentativi. Niente discorsoni, parliamo di monosillabi. Quando l'esercito scimmiesco parte all'attacco, non lo fa per soggiogare ma per fuggire e trovare rifugio. Sarebbe improbabile prendere possesso di una città in una battaglia di un'ora contro pattuglie di polizia. I piani di conquista verranno poi, ci vuole tempo per queste cose. E poi ti chiedi come è mai possibile che un gruppo di scimmie, anche se gigaintelligenti, possano mettere in ginocchio la popolazione mondiale. Ma il film pensa anche a questo, mannaggia a lui.

Con questo smacco finale chiudiamo l'impresa di cui importava ben poco a ben pochi. E per un po' basta scimmie. Giuro che le ho sognate per 2 notti. Maledette, maledette tutte per l'eternità.

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