Caro Matt,
finalmente trovo il coraggio di scriverti. Lo faccio per ringraziarti di tutti gli anni che mi hai regalato in compagnia de I Simpson, per dirti che hai dato a noi tutti qualcosa di meraviglioso, per riconoscere ogni tuo merito. E soprattutto, ti scrivo per fermarti.
Non è facile per me, davvero. Negli ultimi anni c'ho provato a spostare lo sguardo, a dirmi che probabilmente mi sbagliavo, a negare l'evidenza. Non è servito. Per quante volte provassi a tirare l'acqua, la verità era ancora lì che galleggiava placida.
Anche ora mi è difficile ammetterlo. Sudo, le dita scivolano sulla tastiera. Spero di non attivare inavvertitamente il caps lock. Ma sto solo procrastinando l'inevitabile. La musica ormai è partita, quindi balliamo.
I Simpson non sono più belli come prima.
Ecco. L'ho detto. E fa male.
Però siamo arrivati ad un punto di rottura. Dai, basta così. C'è poca freschezza, poco appeal, poca attualità, poche risate, poco altro da dire che non sia già stato detto. Spesso, quello che sento è imbarazzo. Adesso lascio che mia zia cambi canale. Il problema è che la serie non è più quella di una volta, o che a volte lo è troppo. Non c'è nulla di male ad accettare la vecchiaia, la famiglia ha anche quei vent'anni e più sulla groppa e si sente. Bellissimi anni, eh. Ecco, magari gli ultimi non proprio, ma non è troppo tardi per chiudere in bellezza, prima che sia troppo tardi. Guardati intorno, ci sono altri a cui fare posto. Altri più meritevoli. Ora come ora I Griffin fanno più ridere de I Simpson. I Griffin, Matt. Eddai.
Adesso non fraintendermi, però. Hai inventato un genere, sei il capostipite e probabilmente nessuno farà la Storia del cartoon demenziale come Homer. Hai fatto tanto e ti vogliamo tutti bene, qui. Ma stai andando contro un iceberg. Non ti sto chiedendo di ritirarti, chiaro. Se senti di avere ancora qualche colpo in canna, fai pure. Ma proponici qualcosa di diverso e al passo. Altrimenti, c'è sempre il golf.
E lo so, lo so che magari ormai non dipende più da te. Che ci sono sceneggiatori e produttori a prendere le decisioni vere. Che ti chiamano una volta al mese per mettere una firma e ciao. Però confido nel tuo potere paterno. Strappali via da loro e falli chiudere col botto, finché possiamo ancora preservarne il bel ricordo.
Se stai leggendo, pensaci.
So che stai leggendo, Matt.
Tuo fedelissimo,
Sergio
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