venerdì 9 dicembre 2011

giovedì 8 dicembre 2011

domenica 20 novembre 2011

E alla batteria...

Da oggi c'è un nuovo autore, qui a/in/per Cowablog. Se prima non la si finiva più di metterci roba, pensa ora. Si chiama Sara. Le piace disegnare, fare le torte e praticare il voyeurismo. Di' ciao, Sara. Per ora c'ha fatto lo sfondo con le budella, che non passano mai di moda e fanno pendant con l'intestazione della data. Grazie, Sara.

Nell'immagine non sapevo che metterci, quindi ho scelto la pizza, che tanto piace a tutti.

giovedì 10 novembre 2011

Anche Giuda avrà avuto le sue buone ragioni

Qualche tempo fa si è stati a Londra. Bella, Londra.
Da una parte della strada fast food che molto sobriamente scelgono nomi sottili come EAT., belli maiuscoli e col punto alla fine, dall'altra spettacoli e musical che ti sembra Broadway. Ci sono quelli famosi e quelli un po' meno, quelli che vengono dai film e quelli che il film ce l'hanno fatto poi. Un po' di tutto, ma tutti con la locandina piena di quelle super-recenzioni e dei pareri estasiati dei critici e di un sacco di stelle manco San Lorenzo, tipo "It's the very very finest stupendolous spettacolous in the history of the magic in theatre! ☆☆☆☆" o "Your eyes cannot resist to this strabilliantis incrediboul miracle of music! ☆☆☆☆☆". Cose così. C'è Billy Elliot, Sister Act, Batman, Priscilla la Regina del Deserto, uno con un'improbabile Shrek e quello che omaggia i Queen, con la statua ganza di Mercury fuori. Se cerchi bene magari trovi anche quello dei Pokémon e di Schindler's List. Ma ce n'è uno in particolare che ha catturato l'attenzione.
Si chiama Wicked.

Sarà che ci passavamo continuamente davanti per tornare in ostello. O sarà che lo sguardo era attirato dalla predominanza del colore verde su porte, manifesti, insegne, tappeti, nastri, cornicioni, lampade, cordoni, maniglie e tombini. Più probabilmente, sarà che aveva a che fare con Il Mago di Oz. A me Il Mago di Oz piace tanto. Il libro, il film. Dai pochi indizi presenti sulle locandine si capisce poco della trama, il musical sembra un prequel delle vicende riguardanti Dorothy incentrato sull'adolescenza e sul rapporto tra la Perfida Strega dell'Ovest e Glinda, quella buona, del nord, che nel film sembra essere sotto gli effetti dell'LSD. La curiosità si accende comunque, ma vedere lo spettacolo è escluso. Un po' perché il soggiorno è breve, un po' perché le priorità sono altre, un po' perché il biglietto costa tanto, un po' perché il resto del gruppo dice che i musical sono le cose dei gay. Sarà per la prossima.

A me però il concetto continua ad interessare e una volta a casa mi informo un po'. Il tutto è tratto da un libro, qui in Italia tradotto col nome Strega. Leggendolo viene fuori che è un prequel de Il Mago di Oz che proprio prequel non è. Cioè. Si, che viene trattato il periodo antecedente alla venuta di Dorothy, però quello raccontato è un universo parallelo a quello classico. O meglio, è diverso il punto di vista con cui viene raccontato, l'universo classico. Qui si parla della nascita e della crescita della Perfida Strega dell'Ovest, che magari poi così perfida non era.
Il senso del libro è questo, un divertente cambio di prospettiva. Il Mago di Oz, come lo conosciamo noi, è sbagliato. Ce l'hanno raccontato male, c'hanno ingannati, non guardavamo nella lente giusta. Tutta propaganda. Il buon Mago, nascosto nella Città degli Smeraldi, è in realtà un despota, un tiranno con manie di conquista a comando della sua milizia segreta, un'orwelliana gestapo. Glinda, la Strega buona, è una sprovveduta, l'ingenua amica del cuore che farà le scelte sbagliate. E Elfaba, la Strega cattiva, strega per caso, non è che una ribelle, pronta a combattere il regime del Mago. Se desidera le scarpette magiche appartenute alla sorella defunta, se tutta Oz la disprezza e se Dorothy viene inviata a toglierla di mezzo, un motivo che va oltre la semplice perfidia c'è. Tutto è sotto la nuova luce. Come dire che Sauron ha solamente, in maniera del tutto lecita, cercato di riprendersi una proprietà che ingiustamente gli era stata sottratta.

Di accenni al mondo di Oz ce ne sono. Sia dal libro (o dalla serie di libri in generale) che dal film. Anzi, spesso a cavallo tra i due, come per le scarpette magiche dall'indecifrabile riflesso, diviso tra il bianco e il rosso. E poi riferimenti ad apparecchi tik tok, alle calze a righe della Perfida Strega dell'Est, all'origine degli oggetti animati (come può esserlo uno Spaventapasseri) e ad un cucciolo di Leone, che fa da cavia per un esperimento, terrorizzato e tremante.
C'è anche da dire che pur essendo legato ad una favola, il libro assume un tono più maturo ed esplicito del previsto. Violenza, morte e sesso spiegati nei particolari. Ad un certo punto si assiste ad un'orgia dove una Tigre parlante monta un ragazzino legato (che, inspiegabilmente, rimarrà traumatizzato a vita) mentre infila la testa tra le gambe di una donna. True story.

In genere, il libro è comunque interessante, nel suo tentativo di rovesciare la medaglia. Ma se non vi piace troppo il classico originale, magari c'è da pensarci. Anche perché è troppo lungo di quel centinaio di pagine, sparse qua e là. E poi, tanto, sembra che tra un po' ci faranno anche il film. Magari in 3D.